Un lungo articolo di Sandro Modeo, uscito qualche giorno fa sul Corriere, ripercorre le origini del complottismo Usa, con le sue venature razziste, filonaziste, che sono sfociate nell'attacco a Capitol Hill.
Le permanenze che caratterizzano queste tensioni presenti nella società Usa (e anche in quella Europa), hanno riferimenti comuni: "l’allarme su un movimento «satanico» trans-nazionale antiamericano, di lontane ascendenze giudaico-massoniche (le stesse che, in QAnon, caratterizzano l’establishment anti-trumpiano, da Obama a Hillary Clinton); la necessità di un «Grande Risveglio» evangelico che apra gli occhi alle masse; un set ideologico che mescola all’anticomunismo e al nazionalismo ferito vari gradi di razzismo, suprematismo bianco e antisemitismo".
Il digitale ha dato grande impulso alla diffusione di questa narrazione, cui le crisi, da quella degli stati agricoli negli anni '90, quelle del 2008-2011, sommandosi agli effetti della finanziarizzazione dell'economia, hanno portato alimento.
L'adesione di massa a teorie cervellotiche come quelle di QAnon si spiegano solo con la disperazione di vaste masse di popolazione che non vede prospettive, che non trova nelle azioni dei governi risposte adatte a superare o almeno lenire gli effetti crudi di crisi e pandemia. In questo gioca anche il livello culturale, che rende possibile leggere gli accadimenti e comprenderne le cause profonde; la complessità delle società moderne e la globalizzazione hanno reso questo lavoro sempre più difficile