In un lungo post sui temi dell'ICT Quintarelli segnala alcuni fatti rilevanti di questi giorni che attengono al rapporto democrazia e sociel media. Li elenco qui sotto:
- Cameron vuole chiudere i social network per prevenire disordini. "Il libero scambio di informazioni puo' essere usato a fini positivi o a fini negativi". Credo sia inutile ogni commento..
- RIM (Blackberry) avrebbe cooperato con la polizia inglese passando contenuti di messaggi. Ma non avevano sempre detto che non erano accessibili nemmeno a loro ? (ragione per cui erano stati bloccati in Arabia, pero' avevano fatto un accordo con gli indiani, cosa che aveva dato da pensare. adesso questa è una conferma). Comunque un gruppo di hacker li ha minacciati, se non desistono..
- La violenza deve essere punita ma non a scapito dei diritti fondamentali. Lo dice la campagna di Access. "The government completely ignores the fact that these channels of communication have been highly useful to British citizens in organizing clean-ups and getting information about the safety of their families and friend"
- 4 anni a chi incitava ai disordini su facebook. L'articolo dice però che "Neither of their Facebook posts resulted in a riot-related event."
- A San Francisco hanno tolto l'alimentazione alle antenne cellulari in metropolitana per evitare che dei contestatori potessero coordinarsi. "this wasn't about free speech. it was about safety". Anonymous gli ha detto qualcosa tipo "mo' ti facciamo vedere noi"...
- La FCC indaga sull'operato della BART (trasporti di Bay Area), una probabile violazione di leggi federali (mi pare il minimo)
Di tutte, la piu' inquietante mi pare la notizia relativa a BART. Che una societa' di servizi decida di precludere la possibilita' di comunicare ai suoi clienti, in maniera autonoma e indiscriminata, e' molto vicina a una societa' a controllo totale di tipo sovietico. Con l'aggravante della potenziale molteplicita' dei soggetti che possono adottare provvedimenti simili. Tra l'altro, non e' la prima volta che gli uomini della sicurezza di Bart (sono guardie giurate, non poliziotti) sono mesi sotto accusa per violenze verso dropout. Bart il provvedimento l'ha preso per impedire che eventuali manifestanti potessero coordinarsi per protestare contro l'ennesimo episodio di violenza dei suoi dipendenti.
La lunga marci si interrompe?
Un bellissimo servizio di ISPI sulla protesta di Hong Kong fornisce informazioni interessanti sul contesto attuale del gigante cinese. Non vi è dubbio che le proteste dell'ex protettorato mettono in crisi l'immagine di gigante tranquillo, "Global peaceful power", che l'attuale leadership di Pechino tende ad accreditarsi. C'è il rischio di una repressione violenta, a trent'anni dai fatti di Tienanmen, che rappresenterebbe il fallimento della politica "Un paese due sistemi"; controproducente riguardo il sogno di riunificazione con Taiwan e i problemi con aree come Tibet, Macao, Xinijang.
Hong Kong ha anche una collocazione strategica nella Great Bay Area, distretto tecnologico che Pechino sta costruendo in competizione con la Silicon Valley.
A proposito di questo, non migliora certo i rapporti con gli Usa l'appello del governo americano in solidarietà con i manifestanti di Hong Kong.
L'aggravarsi della crisi costituisce un pericolo per la lunga marcia intrapresa da Xi Jimping per fare della repubblica asiatica una potenza globale.
Scritto il 19/11/2019 alle 10:53 nella News e commenti | Permalink | Commenti (0)
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