Tutti noi, o quasi, siamo infastiditi dal dilagare di stupidità, arroganza, violenza, falsità che riempie le piazze digitali (soprattutto Facebook). E i media mainstream, giornali e Tv alimentano l'insofferenza denunciando il diffondersi di fake news e scempiaggini varie. Sulla violenza poi si sono concentrati gli strali di politici, a partire dalla presidente della camera, Boldrini.
Ciò che accomuna le proteste (contro i social) è la richiesta alle piattaforme di esercitare un forte controllo sui contenuti, intervenendo a "moderare" la Rete.
Ora, il fatto è che tutti i peggiori difetti attribuiti ai social li troviamo quotidianamente nelle cronache parlamentari, e non possiamo certo affidare a Google o Fb la "moderazione" di camera e Senato.
Ha perciò ragione Carlo Blengino, sul Post, che osserva che i social media hanno avuto il merito di aprire la comunicazione in senso democratico, abbattendo le "barriere all'ingresso" ed eliminando i filtri: Per conseguire questo straordinario risultato era ovviamente necessario garantire alle piattaforme una sorta di irresponsabilità per i contenuti postati dagli utenti. Se Facebook o Youtube fossero responsabili della legalità o peggio della verità o della decenza di ogni contenuto postato (nel mondo?) avremmo solo dei nuovi ed insipidi canali multimediali gestiti da pessimi editori americani. Addio libero accesso al pensiero del mondo.
Cos' come non servono leggi ad hoc per difendere la legalità in rete, bastano le leggi del mondo materiale, altrettanto non servono censori del mondo digitale. Non è corretto affidare ad altri la selezione di ciò che è vero, giusto, affidabile, corretto. E' un esercizio che spetta a ciascuno di noi, faticoso, complesso, pieno di responsabilità.
Dovremo essere capaci di scegliere le fonti, di distinguere e selezionare, ma questo ci darà anche il metro di quanta stupidità, superficialità, malafede ci circonda e ci ha sempre circondato. Per qualcuno sarà incitamento, ma per la maggioranza sarà un vaccino. E i vaccini sono una grande difesa, spero.
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